sabato 16 febbraio 2013

Il mio nome è una convenzione!

 di Rocco Bruno

... Parlo di rivoluzione, un’autentica rivoluzione interiore, ma è come apparecchiare la tavola e poi mandarla all'aria.
Il mio è un involontario sforzo di provare ad aiutare coloro che cercano e che hanno intuito che c'è qualcosa che non quadra a questo mondo.

Quelli che hanno già tutte le risposte non possono farci niente con quello che dico. Dubbio, scetticismo, paure sono il mondo che ci è stato messo davanti agli occhi per impedirci di raggiungere la verità su di noi. Si, certo che siamo schiavi, ma anche un’altra incredibile verità è che potenzialmente possiamo essere molto, ma molto di più di quello che siamo, il problema è che il sacrificio richiesto è immane, significa rinunciare a tutto ciò che crediamo sia reale, significa rinunciare all'ego, alla falsa identità che questo mondo ci ha dato.

Noi riceviamo un nome e quel nome diventa la nostra identità, noi ci crediamo e non è così, io non sono Rocco, non lo sono mai stato, io sono un mare di cose, ma l'ultima cosa che sono è proprio Rocco. Il nome è una convenzione, è il codice con cui poter esser individuati, identificati. Viviamo in un mondo fittizio, il vero mondo è un altro e il risveglio è traumatico, perché scopriamo la cruda realtà che ci circonda e che siamo, perché perdiamo ogni genere di credenza e dobbiamo farci responsabili della nostra vita.
È proprio come dice Morpheus nelle persone di una certa età -“il cervello stenta a rifiutare il passato”.

Matrix è un sistema e come tale serve alla conservazione della specie, servono unità produttive, unità che producano energia, ovvero, cibo per il pianeta. Matrix, ci dice cosa dire, cosa mangiare, come vestire (attraverso le mode, ad esempio); Matrix dice al nostro cervello come interpretare la vita, Matrix è la mappa, ma la mappa non è mai il territorio.

Matrix è dipendenza e l'irresponsabilità che volevamo, ecco perché è così difficile svegliarsi...


L'ignoto ci fa paura, ci è stato insegnato ad avere paura ed adesso la paura ci domina e ci tiene nella matrice. Matrix ci dice: “tu non preoccuparti di niente ci penso io a te. Ti dò da mangiare, un auto, una casa, un lavoro e tutte le preoccupazioni che vorrai per tenerti impegnato, ti dò anche il meritato riposo, ti dò anche la possibilità di scegliere (limitatamente, ovviamente, anche in questo Matrix ci aiuta pensando per noi e selezionando per noi cosa scegliere) in cambio tu non pensare più a niente, sei del tutto deresponsabilizzato”.

Matrix ci fa esercitare il nostro libero arbitrio in un mondo ben delimitato; non siamo maturi per prendere vere decisioni e fintanto che ascolteremo il mondo non lo diventeremo mai.
Siamo assuefatti ad un sistema e disintossicarsi richiede coraggio. 

Come? Da dove comincio? 

Facile, lo dice anche Morpheus: “dall'addestramento!”.
Matrix è una terribile trappola che ha lo scopo di tenerci oppressi e silenziosi, addormentati in falsi traguardi e mode d’ogni genere. 
Matrix è il mondo che mi è stato descritto, loro malgrado, durante tutta la mia prima educazione e che ha finito per limitare fortemente le mie possibilità di riconoscere la verità anche quando gli sto di fronte. Tutti gli uomini e le donne ne sono assoggettati pur ignorandone totalmente l’esistenza. 
Matrix è un sistema sofisticatissimo per tenerci sotto controllo.

Conosco persone che sono terrorizzate all'idea che le stiano controllando, ascoltando, senza accorgersi che non ne hanno assolutamente bisogno, ci controlliamo a vicenda.

Quando vogliamo correggere qualcuno o un suo atteggiamento, è lì che stiamo esercitando il controllo, quando qualcuno è diverso dagli altri il branco si coalizza ed inizia a schernirlo, a prenderlo in giro, ridicolizzandolo fino a quando anch’esso si uniformerà alla massa. 
In Matrix, Agenti lo siamo tutti e non lo è nessuno, basta solo che qualcuno faccia qualcosa di diverso da ciò che ci è stato impartito nei primi anni di vita attraverso un correttivo educativo, che può essere la morale stessa, che subito gli Agenti Smith o Brown si attivano e prendono il dominio della nostra vita, delle nostre reazioni, dei nostri impulsi.

Come mai siamo così disturbati dall'operato dei nostri simili? 

Cosa è che si sta attivando realmente in noi in quei momenti? Programmi, esatto, programmi. L'uomo come lo conosciamo non è realmente un uomo è una macchina, anzi è un animale, un animale che è stata programmata ad obbedire alle leggi della natura di mantenimento, poi l'uomo stesso ha insegnato ai suoi fratelli ad auto-sabotarsi, a lamentarsi, ad auto commiserarsi. 

Nessuno crede realmente in sé stesso, nemmeno i più fervidi sostenitori della loro immagine, sono solo edonisti e come tali solo un’altra faccia della medaglia. L'uomo reale, l'uomo coscienza non è né buono né cattivo, è cosciente.


Cosciente di cosa? Di se stesso.

Proprio come dice l'Oracolo la libertà passa non dal conoscere chi siamo, ma cosa siamo. Che cos'è un “Essere Umano”? Quale è la sua relazione con la creazione stessa? Matrix è ovunque, è intorno a noi, è una falsa immagine, è ciò che ci hanno convinto essere, è il mondo creato a tavolino, è la falsa scienza positivista. Matrix è una verità a metà. In Filippo, nel vangelo intendo, si legge:

"I nomi dati alle cose terrestri racchiudono una grande illusione: infatti, distolgono il cuore da ciò che è consistente per volgerlo a ciò che non è consistente. Così, chi ode “Dio” non afferra ciò che è consistente, ma afferra ciò che non è consistente. Allo stesso modo è con “ il Padre “, “ il Figlio” e “ lo Spirito Santo “, con “ la vita “ e “ la luce “ e “ la risurrezione”, con “ la Chiesa” e con tutte le altre cose, non si afferra ciò che è consistente ma ciò che non è consistente, a meno che, si sia arrivati a conoscere ciò che è consistente. 
I nomi che si odono, sono nel mondo per indurre in inganno; se fossero nell’eone non sarebbero mai stati usati come nomi nel mondo, né sarebbero stati posti tra le cose terrestri. Essi hanno fine nell’eone.”

Molte persone si trovano di fronte alla paradossale situazione di avere la porta della loro cella aperta e di restarne sulla soglia intimiditi e senza la volontà di oltrepassarla. Hanno investito troppo nelle cose del mondo, in termini di credenze, ed adesso nonostante sentono che qualcosa non sta funzionando non riescono a superare l'impasse, non riescono a lasciare andare quella descrizione del mondo, delle cose e di sé stessi, ed è questa condizione interiore che le rende inerti. Serve fidarsi delle proprie intuizioni, serve sentire che ci deve essere di più, e se non c'è lo creo. 
Nell'omonimo libro Pistis Sophia dice intona sempre un inno - "loda la luce", "loda il signore", "egli ti libera da ogni iniquità, dal tuo lamento, egli ti libera dal tuo abito di mestizia" e molto altro.

Dobbiamo saper vibrare, serve imparare a far vibrare la nostra "presenza" generale in un altro modo, è inutile cercare di liberarsi dei preconcetti usando lo stesso strumento che le ha generati, ... la mente, le "idee" vecchie depositate in essa.


Azione, e non reazione.

Pistis Sophia inneggia alla luce - è un intento il suo, un intento proteso ad aumentare la frequenza del suo stato emotivo o meglio del suo umore, ... non possiamo cambiare umore cercando un emozione positiva, ... dobbiamo sentire amore dentro, sentire, in assenza di mente, tutte le forze che sono in noi.
Serve "pratica", pratica quotidiana.

I gruppi in giro, intendo nelle varie città, si sfaldano perché quelli che vengono agli incontri poi non si trovano per fare le pratiche, ... con o senza di me la "pratica" funziona, comunque, una volta impostata. 
Cercano un messia, ma il vero messia è dentro, sei tu che gestisci la tua vita - "parole tue"! 
Non serve a niente arrivare agli incontri se non c'è un seguito, e quel seguito può essere osservato, realizzato, messo in opera.

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