lunedì 28 novembre 2011

Cronache da un mondo in dissoluzione: il tradimento coniugale come business

Enrico Galoppini

Tutti i giorni se ne sente una, o più d’una… di quelle cose che suscitano immediatamente sconcerto e smarrimento… Ma quella reclamizzata dal “Corriere della Sera” il 17 novembre è di quelle che non possono lasciare indifferenti.
Si viene così informati che un signore, tal Noel Biderman, è in Italia per lanciare un “portale di incontri extraconiugali”. La cosa ovviamente viene presentata come un “servizio”, addirittura come un modo per ravvivare, col ‘pepe’ della “scappatella”, matrimoni logoratisi col tempo dal punto di vista dell’attrazione sessuale.

Per chiunque ha capito in quale abisso d’inciviltà veniamo oramai sprofondati a forza, non dovrebbe essere troppo sorprendente sapere che il portale appena sbarcato in Italia solo il primo giorno ha avuto già 200.000 accessi. Abbiamo avuto per anni un Presidente del Consiglio di cui, alla fine, resterà forse solo il ricordo del “bunga bunga”… Ma come dice il proverbio, riadattato per l’occasione, “chi di gnocca ferisce, di gnocca perisce”, ed è così che Berlusconi, che credeva d’attirare consensi sfruttando le sue “performance”, alla fine è stato bombardato sempre più pesantemente da quella “stampa internazionale” basata in paesi puritani ed ipocriti, posseduta da chi aveva l’urgenza di toglierlo di mezzo per meglio rapinare l’Italia con la scusa del “debito”.
Non sorprende dunque che la notizia data dal “Corriere” riferisca di contatti tra Berlusconi e Biderman, vien da dire all’insegna del motto ‘più scappatelle per tutti’....

Oltretutto, i recenti pronunciamenti della Cassazione in materia d’infedeltà coniugale delineano una situazione a dir poco grottesca. Al che si capisce bene dove ci hanno portato il “Sessantotto”, “le battaglie per il divorzio e l’aborto” eccetera, coi Radicali sempre in prima fila e “la sinistra” col suo “popolo bue” al seguito, e una “destra” che non ha la minima idea di che cosa sia la “tradizione”, tutta presa com’è ad “adeguarsi ai tempi” spacciando per buono un “conservatorismo” da museo delle cere; e dove ci porteranno tutti questi “progressi”, queste “conquiste civili”, se si pensa che in un futuro neanche troppo lontano le “coppie gay” saranno equiparate (nella migliore delle ipotesi!) a quelle normali.

Già, normali. Che cos’è “normale”? Per fortuna che esiste l’etimologia, così si può ancora sapere che “normale” è in relazione con l’idea di “misura” – quindi con la geometria - e di “conoscenza” (gr. gnorízein), pertanto “norma” ha come sinonimi “regola”, “modello” e “ordine”.

E qual è “l’Ordine” per eccellenza, l’unico “ordine” effettivamente degno d’esser chiamato tale? No di certo “l’ordine dei giornalisti”, o “l’ordine dei notai” eccetera (che ancora nella denominazione riecheggiano una società meno anarcoide), né “l’ordine” evocato, in taluni frangenti, dai summenzionati “conservatori”, che riducono il concetto a quello di “assenza di delinquenza o di degrado”, del resto impossibile stante la china “moderna” che essi stessi han scelto di percorrere…

L’Ordine è uno solo, quello decretato dal Creatore di tutte le cose, il Principio da cui tutto origina, il quale, in tutte le tradizioni regolari – da quelle “semitiche” a quelle “indoeuropee”, si pensi agli studi di G. Dumézil – ha “trasmesso” tramite le “rivelazioni” che vi è un solo istituto, quello del matrimonio, affinché gli esseri umani conducano una vita sociale ordinata, e sottolineo ordinata.

Tra l’altro, la parola “matrimonio”, ricordando esplicitamente la “madre”, ci segnala che lo scopo è quello di sancire un’unione legittima, e sottolineo legittima, allo scopo di procreare figli.

Nella tradizione islamica, la più vituperata in questo “mondo moderno” in completa putrescenza, vien detto che “il matrimonio è metà dell’Islam”. Se si è capito che “islâm” significa la profonda presa d’atto che il visibile e l’invisibile, gli astri e le galassie, il tempo… che tutto insomma dipende dal Creatore di tutte le cose, dalla sua volontà, mentre noialtri che ci crediamo il “centro del mondo” siamo come delle pagliuzze che se ne vanno al primo spirare di vento… Che la “sottomissione” che deriva da tale presa d’atto implica un’ascesi, uno sforzo (jihâd) per realizzare in noi stessi i “nomi di divini”, gli “attributi” del divino, che è Uno ed Unico, ecco che si capisce l’affermazione del Profeta dell’Islam: “Il matrimonio è metà dell’Islâm”. Se l’Islâm è un obiettivo, un ‘tendere verso’, e giammai una condizione acquisita per il semplice fatto di affermarla, la vita coniugale addomestica e ridimensiona l’ego, il “piccolo sé” (nafs), il nemico principale di ciascun essere umano…

Nel Corano è scritto più volte “Voi avete in Satana un nemico manifesto”: come per dire che il nemico è in noi stessi (non negli altri!), e su questa contraffazione, questa maschera dell’uomo che è l’ego, i demoni al servizio del loro capo lavorano per avvelenare e corrompere noi stessi e la società, affinché singolarmente facciamo la fine del carbone per l’Inferno e collettivamente edifichiamo l’esatto contrario di quella “città di Dio” alla quale si è sempre teso fintanto che han governato sovrani che non a caso derivavano la loro funzione da una “investitura divina”. Per questo fa sorridere chi crede ancora che “il problema” sia un “deficit di democrazia”, “la difesa della Costituzione”… il problema è che “tagliando la testa” ai sovrani l’uomo ha come reciso ulteriormente il legame col Cielo… Dopo di che, “uomini del popolo”, “uomini-massa”, messi a governare per conto di un’élite del denaro i quali li han circondati di una “mistica democratica”, non hanno saputo altro che tirare giù nel baratro l’intera società.

La prima cosa che un Maestro vuol sapere da un discepolo è: sei sposato? E se non è sposato lo esorta a sposarsi. Qualcosa vorrà dire o no? Invece in questo mondo in dissoluzione, in specie sul piano psichico non più domato da una spiritualità attiva ed operante, la voce di chi invita alla “buona riuscita” in questa vita e nell’altra sembra come essere sommersa da messaggi sempre più assordanti che incitano alla soddisfazione di tutte le pulsioni ed i più bassi istinti, naturalmente presentati come “marachelle” o addirittura “toccasana”!

Allâh nel Suo Messaggio (Risâla, da cui Rasûl, l’Inviato, latore del Messaggio) non ha detto agli uomini “fate come vi pare, accoppiatevi come nemmeno fanno le bestie”. Allâh vuole il bene per noi, il bene in questa vita e nell’altra, affinché possiamo fare ritorno a Lui (l’unico compito di ogni “cammino spirituale”). Mâ shâ’ Llâh, “ciò che Dio vuole”, per il musulmano è sempre un bene, e se ha ordinato di sposarsi e di non tradire, significa che così va fatto e non si discute.

Per agevolare l’imprescindibile compito del “ritorno a Lui” contro il quale remano illusoriamente tutte le schiere sataniche – con sempre maggior ‘fretta’ da quando “i tempi” volgono al termine - bisogna che l’attività dell’uomo sia orientata verso la Conoscenza: non la conoscenza enciclopedica degli eruditi, ma la conoscenza di sé (il “Conosci te stesso”…) che affiancata alla conoscenza del mondo (al-‘âlam, dalla stessa radice di ‘alima, “sapere, conoscere”), un mondo che propone continuamente “segni” (âyât) da meditare per chi sa vederli, è la base per conoscerLo e conoscersi; la base di una vita “ordinata”, perché conforme all’Ordine.

Una vita, se è ancora lecito dirlo, “normale”.

Enrico Galoppini è saggista e traduttore dall'arabo, diplomato in lingua araba a Tunisi e ad Amman, ha lavorato nell’ambito di progetti internazionali (ad es. in Yemen) ed ha insegnato per alcuni anni Storia dei Paesi islamici presso le Università di Torino e di Enna.12-13 gennaio 2009: relatore al I° Forum Europeo per la promozione dell’insegnamento della Lingua araba in Occidente promosso dall’ISESCO e da Granada Edizioni presso la sede di Parigi dell’UNESCO.
È nel comitato di redazione della rivista di Studi geopolitici "Eurasia".
Particolarmente interessato agli aspetti religioso e storico-politico del mondo arabo-islamico, alla storia del colonialismo, all'attualità politica internazionale e alla geopolitica, ma anche ai viaggi e a fenomeni di costume, collabora o ha collaborato a riviste e quotidiani tra cui "LiMes", "Imperi", "Eurasia", "Levante", "La Porta d'Oriente", "Kervàn", "Africana", "Babelmed", "Meridione. Sud e Nord del mondo", "Diorama Letterario", "Italicum", "Rinascita".
Ha pubblicato due libri: Il Fascismo e l’Islàm (Edizioni All'Insegna del Veltro, Parma 2001) e Islamofobia. Attori, tattiche, finalità (Idem, 2008). Attualmente traduce dall'arabo per agenzie di stampa e tiene corsi di lingua araba.

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