- Grande Puffo?
- Sì ..? .
- Ti posso disturbare un attimo? Dovrei parlarti di una cosa.
- Certo, certo. Accomodati. Tu sei?
- Eh, è proprio di questo che volevo parlarti. Io non lo so.
- Come non lo sai?
- Io non so chi sono. Cioè, so che sono un puffo, ma che puffo sono?
- Che domanda bizzarra. Risolviamo subito. Che mestiere fai?
- Raccolgo puffbacche.
- Perfetto, sei Puffo Raccoglitore. A posto così Puffo Raccoglitore, grazie di essere passato. Ricordati che un tesoro c’è nel fiore accanto a te e riduci i consumi…
- Aspetta.
- Cosa?
- Io non sono Puffo Raccoglitore.
- Hai detto che raccogli puffbacche.
- Lo faccio da due mesi, son stagionale. C’è gente che lo fa da molto più tempo. Perché uno di loro non è Puffo Raccoglitore?
- Perché saranno puffo qualcos’altro ...
- Sì ..? .
- Ti posso disturbare un attimo? Dovrei parlarti di una cosa.
- Certo, certo. Accomodati. Tu sei?
- Eh, è proprio di questo che volevo parlarti. Io non lo so.
- Come non lo sai?
- Io non so chi sono. Cioè, so che sono un puffo, ma che puffo sono?
- Che domanda bizzarra. Risolviamo subito. Che mestiere fai?
- Raccolgo puffbacche.
- Perfetto, sei Puffo Raccoglitore. A posto così Puffo Raccoglitore, grazie di essere passato. Ricordati che un tesoro c’è nel fiore accanto a te e riduci i consumi…
- Aspetta.
- Cosa?
- Io non sono Puffo Raccoglitore.
- Hai detto che raccogli puffbacche.
- Lo faccio da due mesi, son stagionale. C’è gente che lo fa da molto più tempo. Perché uno di loro non è Puffo Raccoglitore?
- Perché saranno puffo qualcos’altro ...
- Ma io non mi ci sento Puffo Raccoglitore.
- Va be’, cosa vuoi essere?
- Non lo so.
- Non lo sai.
- No.
- Quanti anni hai?
- Trentacinque.
- E non sai cosa vuoi essere?
- No.
- Avrai avuto delle esperienze professionali prima di raccogliere puffbacche.
- Ho fatto un po’ il videomaker.
- Tié, risolta. Puffo Videomaker.
- Mi faceva cagare.
- Ho capito, però l’hai fatto. Tu credi che Puffo Acque Nere ami il suo lavoro?
- Ma non è quello che sono.
- Va bene, va bene, ho capito. Lasciamo perdere la professione. Proviamo con altro. Hai un hobby, un talento?
- Tipo?
- Dipingi, suoni, scrivi…
- Ogni tanto scrivo.
- Puffo Scrittore. Beccato. Vai pure a puffare sereno…
- Ma, Grande Puffo, non è tutto lì! Io sono molto di più, sono sfaccettato!
- E allora perché non proviamo con un tratto caratteriale peculiare? Non lo so, sei fumantino?
- Boh, ogni tanto m’incazzo, ma chi non si incazza? Poi c’è già Puffo Brontolone.
- Un vizio, un vezzo, un feticismo. Puffo Tabagista, Puffo Bamba, Puffo Piedi, Puffo Pioggia Dorata, Puffo Zoofilo…
- Ma no, magari fosse così semplice…
- Idee politiche particolari? Puffolini, Che GuePuffo?
- Stai scherzando?
- Eh?
- Stai puffando?
- No.
- Ma scusa, ma io non ci credo che nessuno si sia mai lamentato prima di me.
- E chi doveva lamentarsi?
- Ma non lo so, il povero Puffo Acque Nere, magari?
- Perché?
- Perché è a tanto così da chiamarsi Puffo Merda. Oppure Puffo Vanitoso.
- Che ha Puffo Vanitoso?
- Ha che non è solo vanitoso. È omosessuale.
- Non voglio ridurre tutta la personalità di un individuo al suo orientamento sessuale. Non siamo Netflix.
- Va bene, ma Puffo Vanitoso avrà anche qualcos’altro oltre alla vanità. Sarà un essere tridimensionale porca di quella mignotta! Avrà sogni, speranze, desideri, incertezze… Non possiamo ridurre tutto al fatto che c’ha un fiore sul cappello.
- Guarda, davvero non ti seguo.
- Ti faccio un altro esempio. Puffetta.
- Chi?
- Puffetta.
- Non ho presente.
- Puffo Vagina.
- Ah, Puffo Vagina. Certo.
- Lo vedi? Lo vedi com’è tutto sbagliato?!
- La butto lì: Puffo Cagacazzi. Come ti suona?
- Ah bene, mo offendiamo pure.
- Eh però figlio mio devi aiutarmi ad aiutarti.
- Aiutare cosa? Aiutare che? Io sono io! Io non sono il mio lavoro, non sono un pezzo del mio carattere, delle mie passioni, dei miei vizi! Ti rendi conto che sei riuscito a prendere una comunità di individui sfaccettati e complessi, traboccanti clamori e ipocrisie e meravigliose contraddizioni e l’hai trasformata in un presepe laico!
- Come osi! Se continui così sarò costretto a puffarti.
- E pure sta cosa della lingua! Puffarmi che? Puffarmi cosa? Cos’è? Cosa vuol dire? Quanto devo preoccuparmi?
- Umberto Eco ha scritto…
- Umberto Eco non doveva vivere usando lo stesso verbo per tutto! Ieri m’hanno inculato il portafoglio, sono andato in questura e ho detto: mi hanno puffato. Nessuno capiva niente. Perso il pomeriggio.
- Ho capito, sei Puffo Chomsky.
- No! Basta! Basta con questi recinti alla personalità, vecchio pazzo! Basta vivere dentro questa gerontocrazia in cui per la classe dirigente devo essere una cosa sola altrimenti non è in grado di mettermi a fuoco! Io sono stanco!
- Aspetta.
- Cosa?
- Fammi capire bene. Ti sta sul cazzo che siamo un branco di analfabeti funzionali con un vocabolario sempre più misero.
- Sì.
- E ti sta sul cazzo che chiunque qui, per pigrizia, abitudine o economia, riduca tutti gli altri a macchiette e stereotipi?
- Sì.
- E odi l’idea che, agli occhi della nostra piccola società, tu sia associato esclusivamente al tuo lavoro.
- Lo detesto.
- E vuoi avere il diritto all’incertezza, al dubbio, al non sapere che fare o chi essere a qualsiasi età, senza per questo venire classificato come un paria sociale.
- Esatto.
- Vai dagli umani.
- Eh?
- Ti fai una settimana con gli umani. C’è la tangenziale qua a tre chilometri. Poi torni e mi dici.
- Posso?
- Certo. Puffa pure.
…
...
...
- Allora, com’è andata?
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