lunedì 16 maggio 2022

La speranza per la cura del cancro: con gli ultrasuoni una terapia veloce e indolore

 
I tumori parzialmente distrutti con gli ultrasuoni, in pochi minuti, senza recidive e senza farmaci. 

Ecco l’istotripsia. È la nuova frontiera nella cura del cancro che sta attraversando l’Università del Michigan negli USA.

La tecnica inizialmente provata sui ratti è stata allargata agli umani. 

E visto che sta dando ottimi risultati potrebbe cambiare per sempre le cure del cancro, dando speranza a malati che non ne hanno.

Premiata per l’ideazione nel 2019 la professoressa Zhen Xu, associato presso il Dipartimento di Ingegneria Biomedica dell’Università del Michigan, ha affermato che la tecnica “può anche essere estesa oltre l’ablazione locale del tumore anche per trattare le metastasi tumorali”.

Di recente sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito un gruppo di pazienti si è sottoposto all’istotripsia in una sperimentazione sul cancro al fegato con risultati ottimi ...


La storia di Sheila, colpita da due tumori

Il quotidiano britannico Daily Mail ha riportato la reazione di una signora ottantenne, Sheila, che colpita da due tumori ha ricevuto il trattamento al St James’s University Hospital di Leeds, risparmiandosi chirurgia, chemioterapia, radioterapia e ablazioni. 
La donna non riusciva neanche a stare in piedi data la gravità dei tumori. 

Sheila: “È stato fantastico, non ho avuto bisogno di alcun farmaco, nemmeno di antidolorifici in seguito all’intervento. Sono stata in grado di fare shopping il giorno successivo e due giorni dopo il mio trattamento ero fuori con gli amici. La terapia non ha nemmeno lasciato un segno sulla pelle”.

Gli ultrasuoni sono onde acustiche con frequenze superiore a quelle udibili dall’orecchio umano che percepisce onde tra 20 Hz e 20000 Hz di frequenza.

L’istotripsia si basa su un processo chiamato cavitazione, che crea uno spazio vuoto all’interno di qualcosa di solido.

Come funziona la terapia

Gli ultrasuoni vengono diretti sulla pelle dove è collocato il tumore. Quando i raggi colpiscono il punto mirato, si attivano migliaia di sacche di gas, solitamente dormienti, che si trovano naturalmente nei tessuti di tutto il corpo umano, compresi i tumori, come risultato del processo respiratorio. A quel punto le sacche di gas colpite si espandono, vibrano, esplodono e collassano rapidamente, rompendo il tessuto canceroso circostante, liquefacendolo in una soluzione che poi viene espulsa dal corpo come rifiuto.

A differenza dei trattamenti esistenti come l’ablazione termica a microonde, in cui una sonda che genera calore viene utilizzata per bruciare le cellule tumorali, non interviene alcun calore che potrebbe danneggiare i tessuti sani circostanti, rendendo così la cavitazione potenzialmente più sicura.

La capacità degli ultrasuoni di distruggere i tessuti è nota da anni, ma fino a poco tempo fa era ancora difficile controllare le nuvole di bolle generate che danneggiavano i tessuti sani. Con l’istotripsia della professoressa Zhen Xu oggi questo controllo sembra possibile.

La tecnica è nata con sperimentazioni sui topi. Distruggendo solo dal 50% al 75% del volume del tumore al fegato, il sistema immunitario dei ratti è stato in grado di eliminare il resto, senza procurare recidive o metastasi in oltre l’80% degli animali. Un risultato impressionante. Si è notato che lo stesso processo si attivava anche negli esseri umani.

In alcuni tipi di cancro non si può intervenire prendendo di mira l’intero tumore, per ragioni che includono la dimensione, la posizione o lo stadio della massa, come nel cancro al fegato che è tra le prime 10 cause di decessi nel mondo e negli Stati Uniti. 
Nonostante le molteplici opzioni di trattamento, solitamente la possibilità di sopravvivenza a questa patologia rimane scarsa, in cui solo il 18% dei colpiti negli Stati Uniti sopravvive dopo cinque anni.

“Sono i primi interventi ma è incoraggiante ed eccitante curare i pazienti senza praticare un’incisione o addirittura usare un ago”, ha affermato il professor Tze Min Wah, un radiologo interventista, consulente senior presso il St James’s University Hospital.

È attualmente in corso uno studio internazionale sull’istotripsia sempre per il cancro al fegato e il ricercatore capo è il professor Wah. Il professore ritiene che la cavitazione ha il potenziale per trasformare il trattamento generale del cancro.

In futuro, questo trattamento potrebbe essere utilizzato per i tumori della prostata, polmoni e reni e per i tumori in cui l’osso o la gabbia toracica non interrompono i raggi degli ultrasuoni.

Fonte: www.byoblu.com

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