giovedì 27 gennaio 2022

Vaccinazione Covid, le raccomandazioni (mai seguite) di uno studio cinese

 
Un articolo scientifico pubblicato ad agosto 2021 da ricercatori cinesi del dipartimento di cardiologia dell’ospedale dell’Università Xi’an Jiaotong ha messo in guardia sui rischi cardiovascolari, come miocardite, spasmo coronarico e trombosi, connessi alla vaccinazione Covid. Questi eventi avversi, affermano i ricercatori, possono verificarsi sia con i sieri a mRNA (tecnologia utilizzata nel mondo occidentale) sia con i vaccini a vettore virale inattivato, come il CoronaVac somministrato in Cina, capace di provocare una forte risposta infiammatoria.

Secondo gli studiosi, a prestare maggiore attenzione ai possibili eventi avversi cardiovascolari dovrebbero essere gli anziani con co-morbilità croniche sottostanti e sistema immunitario compromesso, e gli adolescenti a causa di uno sviluppo non ancora completo del sistema immunitario.

I ricercatori hanno avvisato che dovrebbe essere attenzionato di più il cosiddetto fenomeno ADE, il potenziamento anticorpo dipendente. Chi ha già gli anticorpi naturali, per aver contratto naturalmente il virus, potrebbe subire esiti peggiori dalla risposta immunitaria indotta dalla vaccinazione ...


L’articolo raccomanda che siano seguite le linee guida sull’utilizzo dei vaccini Covid e sulla prevenzione degli eventi avversi rilasciate dai CDC, i Centers for Diseas Control, l’ente federale degli Stati Uniti d’America. 
I centri vaccinali dovrebbero disporre di tutte le forniture necessarie per gestire i possibili shock anafilattici. 

I destinatari dell’iniezione dovrebbero essere sottoposti a screening specialistici per identificare possibili controindicazioni, soprattutto di tipo cardiovascolare. 
Non è infatti un caso, come abbiamo riportato in precedenti servizi, che i sieri covid necessitino di una prescrizione medica in base a quanto scritto nel documento ufficiale con cui EMA ha dato l’autorizzazione condizionata ai vaccini. (Leggere qui e qui)

Secondo gli studiosi cinesi dovrebbero essere potenziati i periodi di osservazione post-vaccinazione raccomandati, 15 o 30 mesi, a seconda della storia di precedenti reazioni allergiche di ciascun paziente e gli operatori dovrebbero essere a conoscenza e istruiti su come intervenire in caso di sintomi dell’anafilassi e di altri eventi avversi. 
Inoltre le autorità nazionali di regolamentazione dovrebbero stabilire una cooperazione formale transregionale per promuovere la condivisione dei dati sulla sicurezza dei vaccini.

Pochi di questi consigli sono stati, purtroppo, seguiti.

Fonte: www.byoblu.com

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