sabato 26 settembre 2015

La Linea della Civiltà

In passato mi sono già occupato del "FILO" CHE COLLEGA TUTTE LE ANTICHE CIVILTA', anche quelle separate da oceaniche distanze, in riferimento agli aspetti architettonici in comune.

Oltre a questo mi è capitato di sottolineare anche congruenze nel campo della mitologia, come nel caso dell'articolo dedicato al POPOL VUH (la Bibbia dei Maya)

In questo testo mostrerò altri elementi molto interessanti in rapporto alla misteriosa connessione che sembrerebbe esistere tra le più antiche civiltà del pianeta.

La prima capitale della terra Egizia fu Menfi, fondata intorno al 2900 a.C. quando i due regni vennero unificati dando inizio all'epoca delle dinastie....

Foto a destra: Menfi si trovava a pochissima distanza dalla piana di Giza
(fonte foto
link)


Menfi fu la prima città della gloriosa storia egizia ad ospitare la regalità. Probabilmente fu fondata da Menes, primo faraone della prima dinastia. Menfi fu costruita nell'area fertile limitrofa al corso del fiume Nilo, ad una ventina di chilometri a sud dell'odierna città del Cairo e della piana di Giza. Quasi contemporaneamente, 1500 km ad est dell'antico Egitto, la civiltà sumera stava attraversando il primo periodo proto-dinastico.

Come in Egitto, anche in Mesopotamia lo sviluppo della civiltà fu favorito dalla vicinanza di un importante corso d'acqua, anzi due, il Tigri e l'Eufrate, i due fiumi che delimitano l'area della mezza luna fertile, riconducibile all'odierno Iraq. Qui fiorirono le prime vere e proprie città della storia. La più antica sembra essere Eridu, in bassa Mesopotamia.

Rovine dell'antica città di Eridu
(fonte foto link)


La ricostruzione della CRONOLOGIA MESOPOTAMICA ci dice che le città sumere crebbero accanto ai templi a partire dal 4000 a.C., fino a diventare attorno al 3000 a.C. vere e proprie metropoli che contavano decine di migliaia di abitanti. Nella mitologia sumera, Eridu era considerata la prima città sulla quale scese la regalità dal cielo. Era conosciuta come la patria del suo fondatore Enki.
Il tempio di Eridu era chiamato E-Abzu, per il fatto che Enki si riteneva essere il sovrano dell'Abzu, il sottosuolo in cui risiedono le un acque dolci portatrici di vita. La vera origine storica di Eridu si confonde col mito come confermato dal "MITO SUMERO DI ZIUSUDRA" (conoscito anche come "Genesi di Eridu").

Rovine di Mohenjo-Daro (fonte foto link)

Spostandoci ad est di altri 2200 km troviamo nella Valle dell'Indo in Pakistan un'altra importante culla della civiltà, dove le più antiche città conosciute sono Mehenjo-Daro e Harappa. La civiltà della Valle dell'Indo, insieme a quella mesopotamica e quella egizia, era una delle civiltà più antiche del mondo e come quest'ultime emerse grazie allo sviluppo dell'agricoltura, dall'urbanizzazione e alla conquista della scrittura. Mehenjo-Daro si sviluppò a partire dal 3000 a.C. diventando insieme alla città di Harappa la più grande città antica della Valle dell'Indo, arrivando a contare una popolazione di decine di migliaia di abitanti.

Tra queste tre antiche città esiste un legame curioso, oltre a condivide approssimativamente il periodo di sviluppo, rappresentano i primi importanti centri religiosi delle rispettive culture, quella egizia, quella mesopotamica e quella della Valle dell'Indo. Tutte e tre sono cresciute in prossimità di importanti corsi d'acqua, il Nilo, il Tigri/Eufrate e l'Indo e sorprendentemente sono collocate in tre aree geografiche perfettamente allineate tra loro.


In Medio Oriente ci sono altri due importanti siti archeologici che sono allineati con Mohenjo-Daro, Eridu e Menfi, si tratta di PERSEPOLI in Iran, antica capitale dell'impero achemenide e della meravigliosa città rupestre di PETRA in Giordania, costruita dal popolo nabateo in un canyon naturale insediato fin dal periodo neolitico. Potrebbe sembrare soltanto una coincidenza, ma se proviamo a prolungare verso ovest la linea retta immaginaria che attraversa queste antiche città facciamo una straordinaria scoperta.

Mantenendo la direttrice fissata dai punti Mohejo-Daro, Eridu e Menfi/Giza e prolungandola per 12.000 km, fin oltre all'Oceano Atlantico, arriviamo in Sud America dove con precisione incredibile incontriamo sulla nostra strada la Valle Sacra degli Inca e le misteriose Linee di Nazca. Se prolunghiamo ulteriormente la linea retta immaginaria, proseguendo fin oltre il continente Sud Americano, dopo 3.800 km di Oceano Pacifico quasi incredibilmente incrociamo sulla nostra strada l'Isola di Pasqua.


Sinceramente non mi trovo qui a dire che questa sia la prova inconfutabile di un'altro passato, per ora mi limito a definirla un'anomalia meritevole di attenzione. Senza ombra di dubbio la civiltà egizia, quella sumera e quella della Valle dell'Indo sono le più antiche civiltà della terra a noi note ed è abbastanza anomalo il fatto che anche la più importante civiltà del Sud America si sia sviluppata in un'area geografica allineata con le altre tre.
Per comodità da questo momento chiamerò questa linea immaginaria "linea della civiltà".


In Sud America si sono alternate un gran numero di culture e quella Inca è solo l'ultima di una lunga serie. Nonostante ciò è quella che a livello ingegneristico ha creato le opere più significative del continente, in particolare nei campi dell'agricoltura e dell'architettura sacra e urbanistica.

Rovine megalitiche a Machu Picchu (fonte foto link)


Voglio ricordare che nell'articolo "LA VERA PATERNITA' DEI MONUMENTI MEGALITICI PERUVIANI" ho espresso alcuni dubbi riguardo l'attribuzione agli Inca di alcuni monumenti presenti a Cuzco, nella Valle Sacra e a Machu Picchu. E' il caso della Fortezza di Sacsayhuaman a Cuzco o degli antichi templi di Machu Picchu.

Nell'articolo ho descritto l'ipotesi secondo la quale queste rovine possano essere il prodotto di una civiltà precedente a quella inca e che quest'ultimi abbiamo costruito le loro città attorno a rovine abbandonate da molto tempo, imitandone lo stile nei limiti delle loro possibilità.

Questa ipotesi nasce dall'osservazione dei siti archeologici, rilevando la presenza di quelli che all'apparenza potrebbero sembrare due periodi costruttivi diversi. Stranamente le strutture più antiche sono state realizzate con grandi blocchi e con un livello di precisione esageratamente più elevato di quelle più recenti. Questo stile che più volte ho definito "megalitico", assomiglia molto a quello impiegato nella costruzione dei templi della Sfinge sulla piana di Giza, proprio ai piedi delle tre piramidi e ad appena 20 km di distanza da Menfi.

Se il fatto che le rovine Inca (o preincaiche) si trovino sulla "linea della civiltà" potrebbe essere considerata soltanto una fortunata coincidenza, certamente non si può fare altrettanto con lo stile architettonico con la quale sono state realizzate le strutture megalitiche, dato che ritengo impossibile il fatto che due civiltà che non hanno mai avuto contatti tra loro, arrivino a pensare e a realizzare strutture con la stessa tecnica costruttiva, raggiungendo risultati praticamente identici.

Eppure è questa la posizione tenuta dalla comunità accademica, che si ostina a definire queste anomalie "semplici coincidenze". A mio modo di vedere le soluzioni a questo enigma posso essere soltanto due, o queste civiltà condividono un'origine comune, oppure in tempi antichi qualcuno viaggiò dal Medio Oriente verso le Americhe contribuendo a civilizzare il continente.


Sulla "linea della civiltà" si trova anche il deserto di Nazca e i suoi misteriosi geoglifi. I geoglifi di Nasca, meglio conosciuti come "linee di Nazca" rappresentano uno dei più grandi enigmi della storia e a tutt'oggi la comunità accademica non ha ancora saputo dare risposte esaustive riguardo la loro origine e il loro significato.

Alcune linee nel deserto di Nazca

Su un'arido altopiano del Perù meridionale una enigmatica civiltà ha tracciato più di 13.000 linee. Si tratta di un opera monumentale se si considera che centinaia di queste linee arrivano a misurare anche diversi chilometri. Molte persone non sono consapevoli di quale sia la reale estensione di questa opera, per questo motivo tempo fa ho creato un video dal titolo "LINEE DI NASCA VISTE DAL SATELLITE" che aiuta a farsi un'idea della loro reale portata.

La distribuzione delle linee potrebbe sembrare casuale ma se si osserva una mappa dei tracciati si ha come l'impressione di avere davanti agli occhi una sorta di codice, un messaggio antico che attende di essere decifrato. Deve essere per forza così, altrimenti non avrebbe avuto alcun senso produrre un simile sforzo per realizzare un'opera priva di significato.


Mappa delle Linee comprese in una porzione del deserto di Nazca (fonte immagine link)

Come ho già anticipato la "linea della civiltà" non si ferma a Nazca, ma prosegue per altri 3.800 km sopra l'Oceano Pacifico, fino ad arrivare all'Isola di Pasqua. I'Isola di Pasqua, sede delle colossali statue di pietra chiamate "Moai", è uno dei luoghi più isolati e misteriosi al mondo. Si trova dispersa in mezzo all'immenso Oceano Pacifico, esattamente a 3600 km ad ovest delle coste del Cile. Nonostante la sua posizione poco invitante, in passato un popolo proveniente dalla Polinesia vi si stabilì.

Non sappiamo come fecero ad affrontare un viaggio di migliaia di chilometri con semplici zattere di legno, ma non ci sono dubbi riguardo al fatto che furono i polinesiani gli ultimi colonizzatori dell'isola, d'altro lato non possiamo essere altrettanto sicuri che fossero stati anche i primi.

Piattaforama/muro megalitico di Ahu Tahira,
Isola di Pasqua (fonte foto link)


Nell'articolo "I PRIMI MISTERIOSI COLONIZZATORI DELL'ISOLA DI PASQUA" ho mostrato una piattaforma megalitica dell'isola, sulla quale erano poggiati alcuni moai, evidenziando la tecnica con la quale questa struttura è stata realizzata, la stessa tecnica visibile a Cuzco, Ollantaytambo e Machu Picchu.

Questo elemento ha portato a pensare che l'Isola sia stata raggiunta in passato anche da una popolazione andina o quantomeno che i polinesiani siano arrivati fino al Sud America ed abbiamo poi fatto ritorno copiando lo stile architettonico andino. Tra le due possibilità la prima mi sembra più probabile.


Il fatto che anche sull'isola di Pasqua ci siano rovine megalitiche realizzate con la stessa tecnica utilizzata per costruire i monumenti andini ed egizi lascia abbastanza interdetti. Oltre a questo non posso fare a meno di notare che sulla "linea della civiltà" sono disposti i tre siti archeologici più misteriosi del mondo, vale a dire, l'Isola di pasqua, le Linee di Nazca e la piana di Giza (sede delle tre piramidi e la Sfinge).

Nella mia ricerca di ulteriori indizi che potessero collegare le culture poste sulla "linea della civiltà" ho trovato un'altro elemento non di poco conto. Si tratta di una soluzione ingegneristica impiegata nelle costruzioni megalitiche andine, come in quelle egiziane e mediorientali. In inglese viene chiama "keystone metal" (chiave di volta in metallo) e si tratta di una staffa che veniva usata per tenere uniti due blocchi di pietra. Inserita in due incassi combacianti aveva il compito di aumentare la stabilità della struttura legando un blocco all'altro.

Questa soluzione era particolarmente utile dato che i monumenti megalitici antichi venivano costruiti a secco. Reperti di questo tipo sono stati trovati a Machu picchu e Ollantaytambo, come in Egitto e in Iran. Sovrapponendo la linea della civiltà con la mappa dei siti archeologici in cui sono state trovate le "chiavi di volta" (sarebbe stato meglio chiamarle staffe in metallo) si osserva una certa corrispondenza. Forse abbiamo in mano la chiave per accedere ai segreti della storia, ma la comunità accademica per il momento non sembra interessata a voler aprire quella porta, perché quello che potrebbe trovare potrebbe costringerli a riscrivere interamente la cronologia degli eventi.


La linea della civiltà con evidenziati in nero 
i siti archeologici in cui sono state trovate 
le staffe che uniscono i blocchi

FONTE: civiltaanticheantichimisteri.blogspot.it

2 commenti:

  1. Quando non sai cosa scegliere... compra il meglio e non te ne pentirai. Scopri la isola galleggiante. Vai su http://www.vitalbios.com/A/MTQ2NTI4Njk1NywwMTAwMDAxMixpc29sYS1nYWxsZWdnaWFudGUuaHRtbCwyMDE2MDcwNSxvaw==

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