I 'glacialisti' sono convinti che nel giro di due anni il pianeta entrerà in una nuova 'era glaciale, mentre i 'Riscaldisti' affermano che nei prossimi anni le temperature planetarie continueranno a salire a causa dell'effetto serra. E per di più, un piccolo giallo sui rilevatori delle temperature nell'Artico che non segnalano più l'aumento delle temperature.
Cosa ci aspetta veramente?
Sono passati ormai alcuni anni da quando Al Gore, l’ex candidato alla Casa Bianca per il Partito Democratico, presento il suo famoso film Una scomoda verità, nel quale si metteva in evidenza l’inesorabile aumento delle temperature planetarie dovuto alla sempre crescente immissione di CO2 in atmosfera.
Nonostante Al Gore non fosse un esperto in climatologia e scienze affini, la sua predicazione ha convinto la stragrande parte del pubblico mondiale che le conclusioni tratte alla fine dei suoi ragionamenti fossero corrette, convincendo anche le nuove generazioni del nesso profondo tra aumento di anidride carbonica in atmosfera e aumento delle temperature.
Come riporta la Pravda, non tutta la scienza però era concorde nelle affermazioni conclusive divulgate dal politico americano, e quando veniva chiesto di chiarire il nesso tra CO2 e riscaldamento con dati scientifici più chiari, i sostenitori del ‘Global Warning’ rispondevano che non c’era più tempo per organizzare studi scientifici, dato che era troppo tardi e bisognava agire prima che fosse troppo tardi.
Eppure, mentre gli avvertimenti sul riscaldamento globale diventavano sempre più convincenti, una parte della comunità scientifica notava qualcosa di strano: a partire dal 1998, i grafici sull’aumento della temperatura media mondiale, nonostante l’aumento dell’immissione di CO2, mostravano un sostanziale rallentamento, un fatto ampiamente interpretato da molti come un fallimento fondamentale della teoria del riscaldamento globale ...
Cosa ci aspetta veramente?
Sono passati ormai alcuni anni da quando Al Gore, l’ex candidato alla Casa Bianca per il Partito Democratico, presento il suo famoso film Una scomoda verità, nel quale si metteva in evidenza l’inesorabile aumento delle temperature planetarie dovuto alla sempre crescente immissione di CO2 in atmosfera.
Nonostante Al Gore non fosse un esperto in climatologia e scienze affini, la sua predicazione ha convinto la stragrande parte del pubblico mondiale che le conclusioni tratte alla fine dei suoi ragionamenti fossero corrette, convincendo anche le nuove generazioni del nesso profondo tra aumento di anidride carbonica in atmosfera e aumento delle temperature.
Come riporta la Pravda, non tutta la scienza però era concorde nelle affermazioni conclusive divulgate dal politico americano, e quando veniva chiesto di chiarire il nesso tra CO2 e riscaldamento con dati scientifici più chiari, i sostenitori del ‘Global Warning’ rispondevano che non c’era più tempo per organizzare studi scientifici, dato che era troppo tardi e bisognava agire prima che fosse troppo tardi.
Eppure, mentre gli avvertimenti sul riscaldamento globale diventavano sempre più convincenti, una parte della comunità scientifica notava qualcosa di strano: a partire dal 1998, i grafici sull’aumento della temperatura media mondiale, nonostante l’aumento dell’immissione di CO2, mostravano un sostanziale rallentamento, un fatto ampiamente interpretato da molti come un fallimento fondamentale della teoria del riscaldamento globale ...