sabato 12 gennaio 2013

Finanza non credibile: mezzo milione di errori a Wall Street

Fabrizio Goria

436.702 incidenti. È questo l’impressionante numero di errori, dal 2008 a oggi, rilevato nella notte da Bats, la terza più grande piattaforma di negoziazione borsistica statunitense.
Colpa di un modello di pricing, cioè di formazione del prezzo, che si è rivelato pieno di bachi. Una sconfitta per la società il cui acronimo è, per uno strano gioco del destino, Better Alternative Trading System. Una sconfitta, soprattutto, per tutti i clienti istituzionali di Bats che si fidavano della società. Una sconfitta per i mercati finanziari.

La vicenda ha del paradossale. Bats è il terzo operatore di Borsa negli Stati Uniti, nonché uno dei primi per l’High-frequency trading (Hft). Un colosso che era sul punto di quotarsi nello scorso marzo. L’Initial public offering (Ipo) fallì miseramente, provocando una reazione piuttosto irritata degli altri operatori finanziari. La storia è semplice. Il debutto sull’indice Nasdaq di Bats era fissato a 16 dollari per azione. Dopo pochi istanti dall’apertura delle contrattazioni il titolo crollò fino a zero. «Un Flash crash che non era facile prevedere», diranno poi i vertici di Bats, che ha poi ritirato la quotazione. In seguito è emerso che, a seguito di una massiva serie di errori tecnici che colpirono anche Apple, non fu possibile arginare la situazione. I vertici della piattaforma finanziaria diedero anche colpa ad alcuni fondi hedge dotati di sistemi Hft, gli stessi offerti da Bats. Ironia della sorte...


Oggi come ieri, Bats torna a essere al centro delle polemiche. Dal 28 ottobre 2008 al 4 gennaio 2013 la società ha ravvisato oltre 430.000 errori di pricing. In altre parole, hanno sbagliato i prezzi degli scambi. Il sistema che Bats ha ammesso aver fallito è il National best bid or offer (Nbbo). Tramite questo modello, utilizzato nella regolazione dei mercati finanziari americani curata dalla Securities and exchange commission (Sec), i broker sono tenuti a eseguire l’ordine dei clienti al miglior prezzo disponibile. E proprio in questo punto ci sono stati i problemi. In diversi casi il prezzo è stato più basso del modello Nbbo. Colpa del sistema di comparazione dei prezzi utilizzato da Bats. Contattata da Linkiesta, Bats ha affermato che occorrerà ancora diversi tempo per comprendere cosa sia successo. Nello specifico, ci vorrà circa un mese per passare al setaccio tutte le operazioni che sono a rischio.

Il caso di Bats solleva diversi interrogativi. Il primo di questi riguarda l’entità dell’evento. La maggior parte dei problemi è avvenuta sulla piattaforma Bats Bzx exchange, che ha un volume vicino al 9% per dell’intero mercato statunitense. Dato che il sistema di matching dei prezzi utilizzato dall’operatore non era corretto, e data l’estensione temporale del problema, è lecito domandarsi come mai il regolatore, cioè la Sec, non si sia accorta di nulla. Per quattro anni i prezzi a cui Bats eseguiva gli ordini dei clienti non erano corretti. Questo è il fatto. E solo oggi la società si è accorta di ciò.

Il secondo interrogativo riguarda la frammentazione dei mercati finanziari. L’esistenza di sistemi Hft, ovvero quelli che utilizzano sistemi di negoziazione algoritmica a elevata velocità, ha permesso di migliorare la liquidità presente nei mercati. Non solo. Le piattaforme di negoziazione alternativa, come le dark pool di cui anche Bats è proprietaria, garantiscono un’accesso a finestre di liquidità impensabili fino a pochi anni fa. Ma sia gli Hft sia le dark pool hanno il potere di amplificare gli squilibri esistenti.

Infine, c’è una terza questione. Come già successo nel caso della quotazione di Bats, il vantaggio competitivo degli Hft nei confronti dei normali sistemi di negoziazione inizia a creare distorsioni sempre più evidenti. Se nemmeno Bats, considerata dagli operatori una delle società più sicure, è esente da rischi di esecuzione, quanti altri problemi possono essere disseminati lungo i mercati finanziari? E ancora: che senso ha attivare piattaforme alternative a quelle tradizionali se poi il prezzo di esecuzione non è corretto? Tutte domande che non trovano ancora risposta. C’è una certezza, tuttavia. Come successo per J.P. Morgan, come anche per Société Générale e Ubs, tutte banche coinvolte in scandali finanziari negli ultimi anni, è chiaro che qualcosa si è rotto. A distanza di oltre quattro anni dal fallimento di Lehman Brothers, l’universo della finanza aspetta ancora di ritrovare la sua bussola.

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